Abbiamo appreso (fonte Il Manifesto, gli altri hanno glissato) che nel Texas una condanna a morte è stata comminata sulla base dell’Antico Testamento (la Shari’a è zucchero al confronto). Quando i fondamentalisti protestanti farneticano del loro “destino manifesto” al dominio del mondo, nel loro millenarismo assassino, ci giriamo dall’altra parte.
Se Hamas o Hezbollah sono fondamentalismo islamico non si parla mai di fondamentalismo ebraico, neanche per l’omicida di Yitzhak Rabin. Quando il fondamentalismo cattolico tortura all’infinito Eluana Englaro o condanna al rogo la ricerca scientifica, come fossimo a Campo de’ Fiori il 17 febbraio del 1600, intollerante è chi lo fa notare.
Se il fondamentalismo indù (come succede in questi giorni nell’Orissa) ammazza cristiani, la notizia scivola via. Se lo fa il fondamentalismo musulmano la prima pagina è assicurata per giorni. Come se la purificazione del martirio dipendesse dalla razza del leone nell’arena, e come se esistessero fondamentalismi meno oscurantisti.