Non vorrei sembrare lombrosiano ma il ministro delle Politiche agricole Luca Zaia mi è sempre sembrato uscire da un matrimonio di paese, come chi si sente pieno e ha alzato un po’ il gomito, ma si è appena sbottonato e slacciato la cravatta e finalmente si sente respirare.
L’ho ascoltato stamane a Radio Anch’io, di Radio1 Rai, e ha fatto la figura di un buon consigliere provinciale, ovviamente per chi vota Lega Nord. Probabilmente (sic) la stessa Lega ha del personale politico migliore. In ogni caso Zaia, per quelli della Marca, se l’è cavata egregiamente.
Rispondeva in dialetto alle telefonate che venivano dal Veneto e ha sciorinato una mole impressionante di numeri sul problema delle quote latte. Chissà se erano tutti corretti, ma di scena ne ha fatta. Finché era nel suo…
Poi il conduttore, il noto trinariciuto Giorgio Zanchini, gli ha fatto ingenuamente una domanda: “ministro, ma quanti sono gli agricoltori in Italia”. Oibò, lo voleva proprio far cadere.
Zaia si gira (immagino che si sia girato) e risponde (vo a memoria, ma non mi sbaglio): “quanti sono io non lo so. Ed essendo una persona seria non faccio numeri su cose che non conosco”.
Un secondo di sconcerto, poi un signore siciliano domanda qualcosa sulle eccedenze della produzione di agrumi in Sicilia e sulla distruzione di queste. Anche stavolta Zaia non si scompone: “non conosco la problematica degli agrumi in Sicilia ma immagino che sia simile a quella delle quote latte” e giù, giuro, ha risciorinato esattamente le stesse cifre di prima, ovviamente sulle quote latte, non sulle arance. Un figurone.