
Da docente universitario di una facoltà di Scienze della Comunicazione (e docente di storia del giornalismo) mi pare -se fatta seriamente- una proposta fin troppo impegnativa (corrisponde ad almeno un anno di studi universitari diluiti sul triennio). Ben disposto a mettermi sempre e comunque in gioco ho alcune perplessità: 1) come è stato tarato l’impegno necessario e per ora del tutto vago (“corsi, seminari e altre iniziative”, di prove di verifica nulla si dice). 2) È forse soprattutto una maniera di spurgare le pletoriche liste di iscritti da tutti quelli che non avranno tempo, possibilità e/o voglia? 3) L’Università, nel merito i corsi di scienze della comunicazione, sono per eccellenza i luoghi dell’alta formazione e dell’innovazione. Avrà un ruolo? Se no, perché? E chi la sostituirà? 4) Il business della formazione professionale è un campo minato per costi e deontologia, siamo in salvo?