L’otto ottobre di 46 anni fa veniva catturato nella Quebrada de Yuro, in Bolivia, Ernesto Guevara, il Che. Sarebbe stato assassinato a sangue freddo il giorno dopo.
Il suo sangue ha seminato in Bolivia, nel cuore della Patria Grande latinoamericana, i frutti nelle lotte di questi anni, per l’acqua, per il gas, per una Costituzione che non escluda gli eredi del Tupac Amaru che per 521 anni non hanno mai smesso di rivendicare la loro dignità. Il sangue di Ernesto ha costruito futuro nel paese capace di non cedere sul consumo ancestrale della foglia di coca, il paese capace di espellere MacDonald e lo stesso ambasciatore degli Stati Uniti, rappresentante di quel governo che nel 1967 aveva dato l’ordine di premere il grilletto. Il cammino è ancora lungo ma, nella Bolivia e nell’America di oggi, il Che è più vivo che mai.