Per la liberazione di Ingrid Betancourt, Álvaro Uribe ha giocato alla roulette russa con le vite degli ostaggi.
Gli è andata bene, ed è andata bene soprattutto agli ostaggi, ma il dispiego di tanta tecnologia militare e tanta intelligence di marca statunitense non gli impedirà di uscire dalla crisi politica che lo sommerge tra parapolitica e corruzione.
Solo la propaganda occidentale può disegnarlo come un presidente forte, ma la giustizia colombiana gli tiene oramai il fiato sul collo. E lo scontro tra FARC e governo è lo scontro tra due debolezze.
Proviamo a prendere per buono il racconto ufficiale, con tanto di ammissione del padrinaggio statunitense.
Anche se ci sono dettagli che ci sfuggono e la realtà potrebbe essere più modesta di quella presentata, dobbiamo rallegrarci del fatto che non sarebbe stata versata neanche una goccia di sangue.
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