Il viaggio di George Bush a Roma non è rituale, e andrebbe spiegato anche a quelli che ritualmente hanno protestato oggi a Roma come occasione soprattutto per litigare tra loro.
Il viaggio di George Bush serve a ratificare uno scambio indecente, innanzitutto incostituzionale, o che in subordine supporrebbe un passaggio parlamentare per ratificarlo (prendendosi ognuno, maggioranza e opposizione, le proprie responsabilità). Uno scambio che, in cambio di vantaggi economici in Iran, costerà con ogni probabilità la vita di soldati italiani in Afghanistane coinvolgendo di più l’esercito italiano in una guerra criminale.
Silvio Berlusconi vuole rientrare nel gioco iraniano, nel gruppo del 5+1, ma i tedeschi hanno già detto di no. Che abbiano ragione o torto i tedeschi, George è disposto a ricevere una pacca sulla spalla dall’amico Silvio, ma chiede in cambio la modifica delle regole d’ingaggio (adesso le chiamano caveat per rendere la cosa meno comprensibile) in Afghanistan. Ciò vuol dire coinvolgere i soldati italiani in azioni attive di guerra per supportare e sostituire le truppe anglosassoni (statunitensi, britanniche e canadesi) che stanno subendo perdite ingenti in uno scenario di guerra critico.
Ciò non è solo incostituzionale ma significa che il governo italiano ha deciso di gettare qualche caduto sul tavolo per poter prender parte al grande gioco iraniano. E’ un salto di qualità non solo nello smantellamento della Costituzione, ma nel trasformare i nostri soldati in Ascari dell’esercito statunitense. Tanto, quando gli Ascari italiani, quasi tutti pugliesi, siciliani, campani, moriranno in qualche campo di battaglia in Afghanistan, la colpa sarà dei “terroristi”.