Il banchetto, a trenta metri da casa mia, in questa grigia domenica mattina nella quale il Cardinal Ezequiel Lavezzi sta per celebrare la fine dell’anno liturgico, si presenta come una specie di altarino.
Ci sono foto di Peppino Impastato, Antonio Gramsci, Falcone e Borsellino alla rinfusa, inframezzate da foto dell’Eroe eponimo Beppe Grillo e grosse scritte “Vaffanculo”, che non si capisce se ce l’abbiano con Gramsci, con qualche casta, oppure con i passanti. Capirò che ce l’hanno con questi ultimi.
Vengo infatti abbordato da un ragazzotto con la magliettina col volto dell’Eroe di cui sopra che mi piazza in mano un volantino (evidentemente avanzato) che mi invita a partecipare al “Vaffanculo day 2”, nelle piazze di tutta Italia, il prossimo (sic) 25 aprile.
Quindi, con la vocina che sembra quella di Mario Giordano, il direttore de Il Giornale, mi ingiunge di firmare per abolire l’Ordine dei giornalisti. Sono membro dell’Ordine da non so più quanti anni, ma non ho un’opinione particolarmente radicata, né a favore né contro. Come per il finanziamento pubblico alla stampa penso sia un problema complesso, ma soprattutto penso che farlo passare, come ha fatto Grillo, per una cosa mussoliniana, sia una porcata. Magari avremmo potuto discuterne col ragazzotto in questione, ma i suoi toni sono troppo ultimativi per ammettere repliche.
Allora faccio appena un cenno cortese per far capire che non mi interessa e passo oltre. La vocina, a quel punto livorosa, mi apostrofa tra decine di astanti: “almeno spegnila la televisione ogni tanto!”
Come dire: se non stai con me devi essere un babbeo che pende dalle labbra di Emilio Fede e sbava per il “Grande Fratello”. Mi giro senza fermarmi per far cenno “proprio a me dici?” e lui mi sbiascica un qualcosa sul pagare il canone Rai (si va sempre al soldo) sostanzialmente mandandomi a quel paese.
In quello stesso punto molteplici volte ho rifiutato volantini di Alleanza Nazionale o Forza italia, mi sono negato a firmare “contro la droga” e per pacchi di referendum del Partito Radicale, ma mai nessuno mi aveva trattato come un cretino per non voler firmare una petizione. Avrei voglia, pacatamente, serenamente, di spiegargli che trattare da cretino chi si vuol convincere è la miglior maniera per chiudere il dialogo.
Ovviamente restituisco al mittente: se Beppe Grillo e chi per lui si sentono parte di un’avanguardia pensante in mezzo a un mare di deficienti, oltretutto da trattare in maniera maleducata… sappiano che, parafrasando il vecchio Marshall McLuhan, non c’è nessun messaggio che possa arrivare senza mezzo.
PS Ho visto Gomorra, poi ne scrivo.