Forse né Pianeta dimenticato né “TG3 Primo piano” spariranno. Ma verranno spostati in orari nei quali non nuoceranno.
E’ il servizio pubblico pacificato dal consiglio di amministrazione di centrosinistra che fa il lavoro sporco per la destra che incombe.
Raitre, il cda Rai compatto: Primo Piano a notte fonda – L’Unità
Giù le mani dal Tg3. Il Consiglio di amministrazione della Rai ha votato all’unanimità il piano di redistribuzione degli spazi informativi sulle tre reti. E a rimetterci, guarda caso, è il Tg3. L’edizione delle 23 e Primo Piano, lo storico programma di approfondimento della testata, vengono fatti fuori senza pietà. Al posto loro si dovrebbe dare spazio all’intrattenimento colto di Serena Dandini, giusto per non far gridare allo scandalo. Un colpo al cerchio e uno alla botte.
La redazione dichiara guerra. E per fare in modo che il comunicato sindacale non venga quasi sentito dai telespettatori, stretto tra le notizie in breve e i saluti di fine tg, ha scelto una forma innovativa: il video-comunicato. Un filmato di pochi minuti in cui si ripercorrono i volti che hanno accompagnato chi prima di andare a letto vuole sentire la voce del Tg3 sui fatti del mondo.
Insomma, il ritorno di Berlusconi al potere sembra aver già fatto sfaceli nel mondo dell’informazione in tv. Nel giro di poco più di due settimane si è aperto il caso Santoro, reo di aver dedicato troppo spazio a Beppe Grillo, il caso Fazio-Travaglio, con tanto di scuse dovute al presidente del Senato Schifani, infine le teste tagliate al Tg3.
«Da ottobre Tg3 e Primo Piano che da 10 anni occupano la seconda serata di Raitre – denuncia il comitato di redazione – saranno spostati a notte fonda». Chiedono «il congelamento del progetto», ma la decisione sembra essere bipartisan, visto che il Cda Rai l’ha votata all’unanimità. «Chiediamo – dicono ancora dal Cdr – di ridiscutere tutti gli spazi informativi della nostra testata, come chiede anche il nostro direttore. Non siamo disposti ad abbandonare i cittadini del servizio pubblico che da sempre ci chiedono nuovi spazi per raccontare i fatti e i misfatti di questo paese. Anche questa è democrazia. Non siamo assolutamente disposti – concludono – a delegare a nessuno il nostro diritto dovere di fare informazione».
Il comunicato si chiude con un «Dateci una mano a difendere il Tg3». Se non ci saranno novità – avevano annunciato i giornalisti già nei giorni scorsi – sono in cantiere tre giorni di sciopero.