che abbiate personalmente accoltellato alla schiena o meno Romano Prodi, il più autorevole dirigente politico del centro-sinistra degli ultimi vent’anni, dopo averlo voi stesso candidato all’unanimità appena poche ore fa, se non questo fine settimana dovrete tornare nei vostri collegi. Lì avete fatto le primarie, probabilmente abitate, avete i vostri affetti, vi siete costruiti la vostra rispettabilità bruciata in poche ore dimostrando l’infamia di alcuni di voi e l’impotenza di altri. Infamia e impotenza, sono questi i sostantivi che oggi definiscono nelle case di chi vi ha votati (oltre allo scherno di chi non vi ha votati), il Partito Democratico. L’infamia di alcuni di voi e l’impotenza di altri mette di nuovo il paese sull’orlo della satrapia, del caos, fuori dal progresso, fuori dall’Europa.
Dovrete affrontare il giudizio personale degli elettori, non v’illudete che possa confinarsi a qualche sberleffo o insulto su Facebook. Dovrete parlare, spiegare, rendere conto, dovrete prendere atto che i tempi sono cambiati e non c’è più salvezza nel chiudervi nel palazzo. Non v’illudete, qualunque candidato condiviso col satrapo lombardo, magari spinto dai grandi giornali monopolisti, servirà a spingerci di più all’inferno e non sarà condiviso dai vostri elettori. Se l’Italia è uscita spaccata in tre terzi dal voto di febbraio, appare elementare che chi come voi ha ottenuto un’immeritata golden share parlamentare dovuta alla peggior legge elettorale al mondo (è solo perciò che decine di voi sono in parlamento) non debba necessariamente scegliere di stare dalla parte indicata dal Corriere della Sera ma debba stare dalla parte dalla quale a furor di popolo vi spingono i vostri elettori.
Qualunque critica (a volte legittima, a volte pretestuosa e strumentale) al Movimento Cinque Stelle, è stata superata dalla vostra inettitudine e dalla slealtà che corrode il Partito Democratico. Dopo le ultime 48 ore non avete più titolo per atteggiarvi a strateghi e ci sarà tempo per fare i conti e ragionare sulla crisi strutturale della forma partito. Paradossalmente il campo, dopo la seconda Caporetto in 24 ore, è oggi ancor più chiaro. Dopo aver mandato allo sbaraglio Prodi e Marini il PD ha davanti a sé solo due strade: o vota un candidato concordato col PdL o vota Stefano Rodotà con SEL e il M5S. Non vi è alcun motivo per non considerare Stefano Rodotà la scelta migliore, l’unica che garantisca davvero tutto il paese, anche chi ha votato per il centro-destra, ma soprattutto non vi sarà perdono possibile se vi renderete una volta di più complici del Re di bunga bunga e dei suoi scherani. Contatevi, tertium non datur.