Ad Asunción è bastato eleggere presidente Fernando Lugo, un tranquillo “curato di campagna”, perché anche il Paraguay fosse iscritto d’ufficio nell’ “asse del male latinoamericano”.
Lo hanno accusato di tutto, dall’essere delle FARC colombiane, all’essere un burattino nelle mani del venezuelano Hugo Chávez e del cubano Fidel Castro, ma il vescovo, che entrando in politica ha disgustato Joseph Ratzinger, è solo un tassello in più di una foto di famiglia che si ricompone.
A due giorni dal voto di Asunción, che ha messo fine a decenni di dominio del Partito Colorado, possono farsi cinque riflessioni importanti.
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