Il Partito Socialista Unitario del Venezuela (PSUV) di Hugo Chávez e Nicolas Maduro ha vinto nettamente nelle elezioni amministrative tenutesi ieri in Venezuela. La sinistra si è infatti imposta in 20 dei 23 stati del paese. Hanno cambiato di segno, passando dalla destra alla sinistra del PSUV quattro importanti stati, come Carabobo, Táchira , Nueva Esparta y Zulia. In particolare i ricchi stati Táchira (dove in ottobre alle presidenziali aveva vinto Capriles) e Zulia (il più popoloso del paese), vicini alla frontiera colombiana, erano sempre stati roccaforte dell’opposizione.
Un quinto stato, il Monagas, si è confermato al PSUV ma il governatore uscente era stato espulso dal partito per corruzione e si era presentato come candidato del cartello dell’opposizione MUD. Unica soddisfazione per questa è stata la conferma di Henrique Capriles come governatore dello Stato Miranda (che comprende buona parte della capitale) con il 50,35% di voti, battendo l’ex vicepresidente della Repubblica Elías Jaua.
L’impeccabile processo elettorale, completamente digitalizzato e con i risultati finali disponibili in poche ore, ha visto quasi ovunque una contesa strettissima, con molti governatorati attribuiti per poche migliaia di voti. Confermata la differenza tra elezioni nazionali e locali. Rispetto alle presidenziali di ottobre hanno votato quasi 30 elettori su cento in meno passando dall’81 al 53%. Enrique Capriles, pur celebrando la propria conferma personale nello Stato Miranda, ha ammesso il pessimo risultato dell’opposizione. La sua vittoria gli permette di aspirare a continuare a essere il leader dell’opposizione, senza passare attraverso nuove primarie, qualora il presidente Hugo Chávez non riuscirà ad entrare in carica il prossimo 10 gennaio a causa della recidiva del cancro del quale soffre. Relativamente buone sarebbero le condizioni del presidente.