Brutto segnale quel QUATTRO per cento in meno. Brutto segnale se il calo è soprattutto in Centro Italia. Brutto paese dove se si dice che non si portano i cellulari, immediatamente si trovano centinaia di stronzi pronti a sfidare le regole, perché sì. Immaginatevi se davvero ne mettessero uno in galera, pianti e strepiti.
Brutto volgare paese, quello dove nessuno si degna di far passare avanti una signora centenaria e premio Nobel come Rita Levi Montalcini. Vorrei proprio conoscerli e guardarli in faccia i genitori di quei “signori” che non l’hanno fatta passare. A me mia madre mi avrebbe preso a schiaffi.
Quel 4% in meno, e quella preoccupante concentrazione nelle regioni cosiddette rosse (a Bologna si sfiora il -5%) sembrano preparare al peggio. E il peggio sono altri dodici anni di guai in compagnia di Silvio, cinque a palazzo Chigi, sette al Quirinale, finché morte non ci separi.
Su dieci opzioni (troppissime) in misura diversa riconducibili alla sinistra (da Di Pietro a Ferrando), i qualunquisti del tanto peggio preferiscono l’undicesima: il taglio delle palle… tanto “so’ tutti uguali”. Viva Beppe Grillo, no? E’ con lui che si governa un moderno paese industrializzato, vero?
Ci sono ancora alcune ore per ragionarci sopra e ripensarci, perfavore!
Quel 4% in meno sembra preparare al trionfo degli imberbi del tanto peggio, del “da questa sconfitta si potrà finalmente ripartire” (per dove non sanno dirlo), quelli che presumibilmente stasera brinderanno insieme a Silvio Berlusconi, Marcello dell’Utri, Umberto Bossi e Giuliano Ferrara. Tanto sono tutti uguali, no?