La notizia più importante al mondo di oggi, che dovrebbe essere prima notizia e seguita da fior d’inviati ma che invece non troverete affatto sui giornali, è l’inizio dei colloqui di pace a Oslo tra le FARC e il governo colombiano con l’auspicio dei governi norvegese, cileno, venezuelano e colombiano, che potrebbero mettere fine a una guerra civile che dura da 64 anni.
No, non troverete alcunché sui media italiani e ben poco su quelli europei. Ciò per i due motivi che seguono:
1) In generale i media europei alla Colombia non sono affatto interessati. Omero Ciai di Repubblica lo mise nero su bianco su questo sito qualche anno fa: a noi della Colombia interessa solo Ingrid Betancourt, perché è francese.
2) I colloqui di pace ribaltano la visione di mondo costruita dall’11 settembre in avanti per la quale le FARC sono dei mostri sanguinari e dei narcotrafficanti senza alcuna motivazione politica e con i terroristi non si tratta. Era la logica di George Bush della “guerra al terrorismo” per la quale ci facevano credere che un paramilitare assassino come Álvaro Uribe fosse il nostro eroe.
I colloqui di pace iniziati oggi, in questo stesso momento si sta parlando di riforma agraria come precondizione, proseguiranno a Cuba, perché Cuba (ma non si deve sapere) è il paese che ha l’autorevolezza diplomatica per affrontare e speriamo (io lo spero, e voi?) per far prosperare le trattative e giungere ad un accordo di pace solido, che faccia finire la guerra e semini un futuro per la Colombia meno iniquia di domani. L’altro dettaglio che non si deve sapere è che in questi colloqui di pace gli Stati Uniti non hanno alcun ruolo. Forse perché -come spesso nella storia latinoamericana- erano parte del problema più che della soluzione?