La cultura materiale meriterebbe mille antropologi per essere studiata. Tizio compra una busta di latte di marca X alla latteria Y ad un prezzo superscontato. Va a casa e scopre che questo latte è avariato.
Allora va alla latteria Z e pretende di avere una busta di latte buono di marca K. E il bello è che questa busta di latte la vuole gratis (o, in subordine, che gliela paghi lo Stato), subito, col sorriso sulle labbra, e non importa se il latte K che vende la latteria Z è tutto prenotato dai clienti abituali di questa, che pagano di più per avere un latte migliore. Vogliono più latte e pure gratis.
Sostituite il latte con un paio di jeans o un’automobile. Vai al mercato e compri un jeans a pochi Euro. Torni a casa, non ti piace come ti sta, vai in un negozio e ne vuoi uno di marca al posto di quello che non vuoi più. Lo stesso vale per qualunque altro bene di consumo, come per esempio un viaggio aereo. Centinaia di migliaia di persone hanno acquistato da X un bene ad un prezzo scontatissimo, probabilmente fuori mercato, ma a loro non importa. Considerano quel biglietto come un tagliando di una lotteria che dà loro diritto ad avere quel bene comunque indipendentemente dall’impresa dalla quale lo avevano acquistato: devo andare, ho le ferie, avevo prenotato. Sono completamente indifferenti al fatto di aver acquistato del latte di marca X a metà prezzo rispetto al latte K, che adesso pretendono, dimenticando quella mezza dozzina di proverbi che la saggezza popolare conosce da sempre per invitare alla prudenza verso le merci troppo economiche.
Adesso esigono di viaggiare e non solo pur che sia, in punta di piedi, ringraziando chi gli vende all’ultimo momento un altro biglietto. No, lo vogliono pure gratis. E proprio dallo Stato vanno a parare! Sono pronti a sparare a zero contro lo Stato, contro le tasse e probabilmente evadono il fisco quando possono, ma loro del libero mercato (con rischi e pericoli) non hanno capito nulla.
Lo vogliono –il libero mercato- quando conviene, al momento di comprare un bene a un prezzo stracciato, indifferenti alle conseguenze ambientali e lavorative che tale prezzo stracciato comporta. Chissà perché hanno deciso che è un diritto inalienabile di tutti attraversare i cieli d’Europa al prezzo di una pizza e una birra. “È il libero mercato, bellezza”, pensano, credendo che sia una festa che possa durare per tutti e per sempre.
Poi succede che il libero mercato diventa una fregatura e scoprono che la merce che hanno acquistato è avariata. Allora improvvisamente non lo vogliono più il libero mercato. Ragionano come se ci fossero ancora dei monopoli naturali e che questi fossero pubblici. Vogliono il latte della Centrale, e Windjet o Alitalia poco importa, da Bologna a Catania mi ci portate gratis perché ne ho diritto. Qualcuno spieghi loro che il libero mercato non funziona così.