Salvo Andò lo incrociavo spesso a Malta all’Università.
Era la metà degli anni ’90 e prendevamo il caffé nel più bel caffé di Valletta. Ovviamente non insieme.
In quel momento Andò aveva troppi casini giudiziari, e l’aria di Malta gli si confaceva meglio di quella dall’Italia giustizialista di quegli anni che lo aveva portato perfino in galera.
Dopo una carriera da craxiano, era stato Ministro della difesa, tra l’altro fu a lungo inquisito per voto di scambio con il clan mafioso di Nitto Santapaola e fu condannato a cinque anni in primo grado e quattro in secondo grado per tangenti.
La Cassazione purtroppo ci mise così tanto tempo a giudicarlo che alla fine… era ormai il 2004, scattò la prescrizione.
Sembrava sparito, Salvo Andò e ci stavamo facendo anche una ragione di questa incolmabile assenza e invece no. E’ sulla breccia più che mai. Lo ritroviamo addirittura responsabile della scrittura del programma di Anna Finocchiaro del Partito Democratico, che aspira ad essere governatore di rottura rispetto a Totò Cuffaro in Sicilia. Quando gliene hanno chiesto conto la Finocchiaro sarebbe sbottata: “Ma come: Salvo è un cultore del diritto…”