Oggi si chiuderanno in Francia i termini per la presentazione delle 500 firme di sindaci necessarie a candidarsi alle presidenziali del 22 aprile e sfidare l’attuale inquilino dell’Eliseo Nicolas Sarkozy. Per quattro precandidati è in corso in queste ore una sorta di battiquoruom perché, anche per le figure minori e senza speranze di arrivare al ballottaggio, riuscire a essere tra i candidati rappresenta uno straordinario diritto di tribuna. Nel frattempo sono ben otto quelli che hanno già ufficializzato la candidatura. Da destra a sinistra: Le Pen, Sarkozy, Dupont-Aignan, Bayrou, Hollande, Joly, Mélenchon, Poutou (foto). Li analizziamo in una breve scheda.
Il più famoso e più importante dei quattro incerti è Dominique de Villepin. L’ex primo ministro è uscito dall’UMP (destra) proprio per sfidare, sotto il lemma “Repubblica solidale” il suo ex-compagno di partito Sarkozy al quale in caso di candidatura potrebbe erodere punti importanti.
Ma de Villepin sembra lontano, vittima della cortina di ferro sarkozista all’interno della destra francese che lo porta a parlare della necessità di un “miracolo repubblicano” per raggiungere le firme necessarie. Più vicina alla metà è Corinne Lepage. La candidata ambientalista moderata, ministra di Alain Juppé negli anni ‘90, ha lanciato un appello per le 40 firme che ancora le mancano. Più o meno collocato con lo stesso profilo “oltre destra e sinistra”di Lepage, Jean-Marc Governatori, imprenditore, ambientalista, dichiara 433 firme ma non dovrebbe farcela, come già fallì nel 2007. Infine Carl Lang, candidato alternativo di estrema destra, confessa di nutrire solo “una piccola speranza”.
Chi invece ha sciolto appena prima del filo di lana i dubbi e sfiderà i tre candidati principali François Bayrou (centro), François Hollande (centro-sinistra) et Nicolas Sarkozy (destra) sono ben cinque candidati per una pattuglia di sfidanti che quindi potrebbe sfiorare la decina. La meglio collocata nei sondaggi è Marine Le Pen, candidata di estrema destra, che per la prima volta sostituisce il padre Jean Marie che nel 2002 era giunto al ballottaggio. Nel centro destra si ritrova anche Nicolas Dupont-Aignan, gollista che denuncia come la destra francese si sia allontanata dai principi sociali del Generale, sovranista, per il ritorno al Franco. Sul fronte opposto competeranno l’operaio Philippe Poutou (foto) del Nuovo Partito Anticapitalista, erede della Lega Comunista Rivoluzionaria che, candidando del 2007 Olivier Besancenot, ottenne 1.5 milioni di voti. Troverà sul suo stesso terreno Jean-Luc Mélenchon, figura nel ‘68, trotzkista poi nel partito socialista, candidato del Fronte delle Sinistre, e l’ambientalista norvegese naturalizzata francese Eva Joly.