Pare brutto in società dire a qualcuno "no, tu no". E’ sconveniente dirlo ad un potente, tanto più se si chiama Joseph Ratzinger e di mestiere fa il papa di Santa Romana Ecclesia. E’ controproducente visto che ti mettono subito il bollino blu (o nero) dell’intolleranza e dicono che lui, qualunque cosa dica, è messaggero di pace.
Ma qualcuno doveva gettare il sasso nel pantano di questo paese. Questo paese resta perfino sorpreso che qualcuno possa essere in disaccordo con una delle confessioni (senz’altro la maggiore) praticate in questo paese dove c’è libertà e parità di culto ma anche di non culto. Lo ha testimoniato il balbettio di Walter Veltroni di fronte alle bacchettate a sangue dell’altro giorno. Lo testimonia che un ministro del Partito Democratico, Livia Turco, parteciperà stasera alla veglia (di preghiera?), indetta da Giuliano Ferrara contro l’offesa (sic!) arrecata al papa dai firmatari dell’appello.
Lo ha testimoniato il silenzio complice e disinteressato di fronte alla messa tridentina di domenica scorsa. Folklore? No, un salto indietro di secoli laddove i fedeli smettono di essere protagonisti dell’eucarestia per tornare spettatori. Lo testimonia il pregiudizio antiscientifico che sottomette la ricerca alla fede. Lo testimonia il fatto che oramai l’opinione pubblica sia stata indotta a pensare che su tutti i cosiddetti temi etici sussista un’autorità superiore a quella del parlamento.
Per tutto questo, grazie ai docenti della facoltà di fisica dell’Università di Roma. Il sasso è stato lanciato. Spero che: "ce n’est qu’un début, continuons le combat!"