Almeno 83 cittadini guatelmatechi sono morti tra il 1946 e il 1948 perché scienziati statunitensi, nell’ambito di ricerche finanziate dal Ministero della Sanità statunitense, deliberatamente iniettarono loro –senza che ne fossero a conoscenza- virus di malattie, soprattutto veneree, nell’ambito di esperimenti farmaceutici su persone considerate inferiori e perciò sacrificabili.
È questo il primo risultato diffuso dalla commissione bioetica voluta dal presidente statunitense Barack Obama che lo scorso novembre aveva chiesto scusa al popolo guatemalteco dichiarandosi “profondamente triste” per quelli che il presidente Álvaro Colom ha invece definito senza perifrasi “crimini contro l’umanità” commessi dal governo degli Stati Uniti (all’epoca presidente era Harry Truman, democratico come Obama). Una formula, quella di “crimini contro l’umanità” che divide i due paesi con il segretario di Stato USA, Hillary Clinton, che si è procurata critiche per aver tentato di sminuire l’importanza della cosa parlando di “pratiche molto frequenti nella medicina dell’epoca” e cercando di nobilitarle sostenendo che furono utili nell’ambito della scoperta della penicillina. Sia come sia il governo statunitense ha tenuto segreto e negato per oltre 6o anni che tali atrocità abbiano avuto luogo.
Secondo Stephen Hauser, membro della commissione che ha presentato le prime conclusioni che anticipano un documento che sarà diffuso il prossimo ottobre, almeno 5.500 persone furono inconsapevoli vittime di esperimenti paragonabili –secondo la stampa di Città del Guatemala- a quelli della Germania nazista e dei giapponesi in Cina. “Furono selezionati settori socialmente deboli della popolazione – spiega Hauser- come carcerati, malati di mente, prostitute o semplicemente bambini. Nel campione sottoposto ad esperimenti su malattie veneree –circa 1.300 persone- ci sono stati almeno 83 morti”.
In particolare le prostitute furono infettate per poter studiare gli effetti del contagio sui loro clienti. In altri casi le persone sottoposte agli esperimenti sono state poi vittime di malattie come la meningite ma –secondo il relatore- sarebbe difficile stabilire la relazione tra tali malattie e gli esperimenti. Appena 700 persone tra quelle infettate furono sottoposte a trattamenti medici dopo l’inoculazione dei virus, “un episodio immorale di ingiustizia storica”, secondo la presidente della commissione Amy Gutmann.
COMMENTO – I tempi del governo statunitense sono più rapidi di quelli della Chiesa cattolica che ci mise 400 anni per scusarsi a mezza bocca per aver mandato al rogo Giordano Bruno a Campo de’ Fiori. Tuttavia ci domandiamo quanto ci metterà il governo statunitense a chiedere scusa per il Napalm in Vietnam o per avere addestrato decine di migliaia di torturatori in America latina nell’ambito del Piano Condor o per aver inventato di sana pianta la presenza di armi di distruzione di massa in Iraq e aver usato tale menzogna come “pistola fumante” per un’invasione costata centinaia di migliaia di morti. Pochi anni dopo i raccapriccianti esperimenti (ha ragione Clinton: non certo gli unici), proprio in Guatemala rovesciarono il governo democratico di Jacobo Arbenz, uno dei tanti golpe che hanno stuprato la vita di centinaia di milioni di persone, dal Cile all’Indonesia. Ci domandiamo infine quanto ci metteranno a Washington a parlare di indennizzazioni alle loro vittime. Per quelle guatemalteche di sessant’anni fa, poveri cristi mandati a morte atroce con metodi degni di Mengele, nonostante la “profonda tristezza” di Obama, è stato esplicitamente escluso.