Concita e la libertà d’espressione

DE-GREGORIO-ConcitaStimo Concita de Gregorio e penso che stia facendo un buon lavoro a “L’Unità”. Ho avuto occasione di confrontarmi un paio di volte con lei e mi sembra una professionista brillante. Se Renato Soru davvero la manderà via è un editore privato e non sarà più autolesionista della RAI che si taglia Annozero e Vieni via con me per far dispetto alla moglie. Sono concetti che esprime la stessa Concita de Gregorio in un post sul suo blog per metà coraggioso e pieno di speranze e per metà omissivo di cose dell’interna del quotidiano che dirige.

Quello che più mi interessa però sono i toni da crociata con i quali la Rete è partita lancia in resta per difenderla dal ventilato dimissionamento da parte dell’editore del quotidiano fondato da Antonio Gramsci, Renato Soru. Una volta di più mi sembra che molti guardino il dito invece della luna.

La libertà d’espressione, infatti, non è quella di poche firme prestigiose e ottimamente pagate (Michele Santoro, Enzo Biagi, Enrico Mentana…) e che possono utilizzare i loro fan come strumento per rafforzare la loro posizione, di suo di forza, in un mercato editoriale nel quale escono sempre e comunque vincitori.

La difesa della libertà d’espressione non è infatti garantire a Michele Santoro la prima serata di Rai2 finché morte non ci separi o che l’editore dell’Unità o di Canale5 non possa sostituire il direttore. La libertà di espressione è almeno due cose diverse dal garantire i garantiti. In primo luogo è garantire che molti soggetti, moltitudini di soggetti, possano esprimersi attraverso la rottura dei monopoli mediatici, deframmentando i latifondi dell’informazione in mille parcelle di biodiversità informativa.

In secondo luogo la libertà di espressione è quella di migliaia di giovani precari che o scrivono (per pochi Euro) quello che vogliono gli editori o non scrivono proprio. La libertà d’espressione è quella negata con la sistematica educazione all’autocensura nei nostri media.

Capito questo si può fare anche fare il tifo per Chicco o Concita o Michele. Ma sapendo che è un gioco e non è il cuore del problema.