E’ morto in un incidente stradale a Toluca Matteo Dean. La sua moto era ferma ad un casello autostradale quando è stata travolta da un camion che sarebbe stato senza freni. L’autista è stato arrestato. Matteo aveva 36 anni ed era sposato con una cittadina messicana.
Dalla metà degli anni ‘90, sull’onda della sollevazione zapatista che aveva molto ispirato gli ambienti dei movimenti sociali del Nord-est dai quali proveniva, lui triestino, è stato una delle voci più importanti tra quelle che hanno raccontato il Messico contemporaneo.
Ne ha scritto in molti media, italiani e messicani, tra i quali Il Manifesto e La Jornada, oltre che sul suo blog, riuscendo a coniugare il giornalismo con la militanza e con la realizzazione di mille progetti che fomentassero la partecipazione dal basso, soprattutto dei ragazzi.
I suoi principali campi di interesse erano da una parte lo zapatismo e dall’altra i fenomeni migratori, dei quali si sentiva intimamente parte. Il suo punto di vista era quello dei movimenti sociali più radicali, della “Otra campaña”, di “Ya basta”, sempre “abajo y a la izquierda”, e criticava “dal basso e a sinistra” i governi integrazionisti latinoamericani.
Su questo punto, con chi scrive, non si trovava d’accordo, ma ci leggevamo e ci confrontavamo criticamente con reciproca stima sapendo che, al contrario di altri, per entrambi la buona fede, l’impegno e la passione facevano da guida nel conoscere il Continente ribelle. Piangiamo con Matteo una delle poche voci oneste, preparate, studiose, critiche, intelligenti, che hanno raccontato in questi anni il Messico e l’America latina. E che avrebbe dovuto raccontarli per tanti anni ancora.