“L’opposizione cubana è divisa, dominata da personalismi, persone che hanno come principale scopo ottenere denaro da noi più che programmare il dopo-Castro. Se vogliamo rovesciare Cuba rivoluzionaria con questa gente non otterremo nulla e dovremmo piuttosto cercare qualcuno all’interno del governo”.
Chi scrive queste sconsolate righe, che qualunque osservatore serio di cose cubane sottoscriverebbe, ma che non troverete mai pubblicate nei grandi media critici rispetto alla Rivoluzione cubana, è il massimo responsabile di cose cubane del governo statunitense, Jonathan D. Farrar, capo della Sezione di interessi statunitensi a L’Avana.
Per quanto spiacevole possa essere, Farrar lo ha messo nero su bianco in un rapporto del 15 aprile 2009, reso pubblico da Wikileaks: i dissidenti finanziati da quel governo non rappresentano i cubani.
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