Alla notizia della morte di Néstor Kirchner i mercati schizzano verso l’alto. Per il “Wall Street Journal” la morte è positiva perché apre la prospettiva ad un governo “market friendly”, che vuol dire “people unfriendly”.
Testuale: “la morte di Kirchner è un’opportunità”. Per il momento dovranno farsi una ragione del fatto che alla Casa Rosada c’è Cristina Fernández de Kirchner, alla quale in queste ore sta arrivando la solidarietà di tutti i democratici d’America (nell’immagine la bella copertina di Página12 di oggi, disegnata da Daniel Paz).
A questo link leggi anche l’editoriale di Gennaro Carotenuto su Néstor Kirchner.
Intanto il “Financial times” endorsa (invita i brasiliani a votare) per José Serra nell’imminente ballottaggio contro Dilma Rousseff. Con un linguaggio insolitamente aggressivo e maschilista il quotidiano londinese liquida Dilma come “una protégée” di Lula. Nel succo il motivo dell’endorsement è che Serra può allontanare il ritorno della minaccia Lula nel 2014. Il governo brasiliano ha risposto ufficialmente che il tempo del colonialismo è passato da un pezzo.
Sia il “Wall Street Journal” che il “Financial Times” sono ossessionati dall’integrazione latinoamericana, che ovviamente vedono come il fumo negli occhi, e dall’amicizia dell’Argentina di Néstor e Cristina e del Brasile di Lula e Dilma con il Venezuela e con Cuba e dalla capacità soprattutto brasiliana di giocare da attore globale per esempio per evitare una guerra con l’Iran.
Continuano a vedere il mondo con il solo paraocchi del loro tornaconto, indifferenti alla vita e alla morte delle persone (le loro intere collezioni testimoniano il plauso all’Argentina neoliberale per le misure economiche che mandavano a morte per fame migliaia di bambini) fino ad applaudire alla morte di un politico democratico perché questa morte farà loro guadagnare soldi. Nel loro delirio razzista, non riescono neanche a pensare una politica internazionale policentrica e nella quale un paese del sud del mondo, il Brasile (figuriamoci l’Argentina o il Venezuela) non debba chiedere il permesso a loro. Al mondo, per fortuna, le voci ciniche di sciacalli mediatici come il “Wall Street Journal” o il “Financial Times” o l’ “Economist” sono sempre più flebili. E se milioni stanno piangendo don Néstor, nessuno verserebbe una lacrima per tali sciacalli mediatici.