Maurizio Scelli è un guitto di quart’ordine. Simona Torretta ha ammesso che nella sua liberazione Nicola Calipari fece da controfigura a Scelli che mise la faccia e si prese i meriti.
Adesso l’ineffabile, in attesa di diventare conduttore televisivo, o deputato, o partecipare alla prossima edizione dell’isola dei famosi, organizza un teatrino pre elettorale nel quale mette insieme Silvio B. con i terroristi Fioravanti e Mambro. Berlusconi è quello che disse che l’omicidio D’Antona fu un regolamento di conti interno alla sinistra, ma è troppo perfino per lui.
Salta tutto per l’indecenza della cosa, e per fortuna, ma quello che è geniale, davvero geniale è Scelli che a chi l’accusa di voler presentare come modelli positivi i terroristi condannati in via definitiva per aver fatto saltare in aria 82 persone nella stazione di Bologna risponde: “ma loro si proclamano innocenti”.
Se l’anno prossimo il Polo dovesse malauguratamente rivincere le elezioni abbiamo capito che Scelli sarà il prossimo Guardasigilli. Un ripensamento così radicale della presunzione d’innocenza, perfino post condanna definitiva, non era ancora venuto in mente né a Castelli, né a Taormina.
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