Per l’ex comunista Walter Veltroni nazismo e comunismo sono la stessa cosa. Veltroni lo dice con appena un velato giro di parole alla presentazione del libro di Cristina Comencini, “l’illusione del bene”. Veltroni, nel suo linguaggio alla melassa, finge di non sapere molte cose che invece conosce benissimo. Finge di non sapere che il nazismo fu solo genocidio e sterminio perchè fin dal Mein Kampf nacque per quello. Finge di non sapere (e ainda mais) che non solo il comunismo fu soprattutto molte altre cose, la stragrande maggioranza delle quali hanno contribuito a diminuire lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo in questo pianeta, ma che la sua riduzione alla categoria di genocidio innanzitutto non spiega nulla, ma si attaglia perfettamente tanto al nazismo come alla liberaldemocrazia. Come definire altrimenti (è un esempio di una lunga lista) il genocidio di un milione e mezzo di comunisti indonesiani ordito e protetto da un simpatico signore di nome Henry Kissinger?Così Veltroni si iscrive d’ufficio alla lista di quelli che firmerebbero la proposta di legge presentata da Luca Volontè dell’UDC che chiede l’introduzione nei nostri codici del reato di “apologia del comunismo”. Per fortuna la pensa all’opposto il neodemocristiano (e come lui milioni di italiani per bene, anche quelli che non sono mai stati comunisti) Gianfranco Rotondi che ha rispedito al mittente la proposta di Volontè con un ineccepibile “il comunismo italiano non ci ha negato la libertà, ma ce l’ha portata col sangue dei partigiani”.
Mi domando se c’era bisogno che tra i due il capo del partito democratico Walter Veltroni si schierasse di fatto con Volontè contro Rotondi. Ci sono molte maniere per dire che quello che ha fatto il comunista Pol Pot in Cambogia è un crimine inenarrabile e ingiustificabile. Veltroni ha scelto l’unica forma storicamente infondata, semplificatoria e riduzionista. Ha scelto la chiacchiera da bar del “so’ tutti uguali” e ha scelto (da tempo) di saltare il fosso del “pensiero unico”. Orecchiante di storia, applica a suo uso e consumo la teoria dei totalitarismi per dimostrare che quest’ordine sociale è l’unico possibile visto che sceglie di salvare dal mazzo e non accomunare i campi di concentramento delle dittature capitaliste a quelli delle dittature comuniste.
Veltroni, quando ha bisogno di sedare i mal di pancia dei suoi e fare un po’ di album di famiglia, suole richiamarsi ad Enrico Berlinguer (nella foto con Fidel Castro, e non è un caso). Ma a meno di non fare rivoltare Berlinguer nella tomba non può spogliarlo del suo essere stato per tutta la vita un comunista. Dovendo interpretare il pensiero di Veltroni dovremmo concludere che se Berlinguer è uguale a Castro e questo è uguale a Pol Pot che è uguale a Hitler allora Berlinguer è uguale a Hitler. Del resto se il neoconservatore Daniel Pipes equipara il socialista Salvador Allende a Hitler, perchè non si dovrebbe equiparargli anche il comunista Enrico Berlinguer? Grande è la confusione sotto il cielo del pensiero unico!
Umilmente suggerisco a Veltroni (che sicuramente non si riconoscerebbe in questa equazione) due cose: in primo luogo di evitare che a forza di semplificazioni il suo “pensiero unico” non diventi troppo “pensiero debole” per trasformarsi infine in una sorta di “non pensiero”. In secondo luogo suggerisco al fondatore del Partito Democratico di farsi fare da Gianfranco Rotondi una lezioncina su chi abbia fondato la nostra democrazia. Non smette di sorprendere (ma è sempre più comune) che debba essere qualcuno che comunista non è mai stato, Rotondi, chi scrive, o chiunque sia intellettualmente onesto, a ricordare agli ex-comunisti, che forse intellettualmente onesti non sono, l’ABC della nostra storia.