Christian Von Wernich, il sacerdote cattolico, cappellano della polizia durante la dittatura militare in Argentina (1976-1983), è colpevole di avere sequestrato almeno 42 persone. Di queste ne assassinò almeno 7 e ne torturò almeno 32. E’ questo il verdetto del tribunale della città di La Plata che lo ha condannato alla pena dell’ergastolo.
La lettura del verdetto è stata accolta da grida di gioia e canti da parte dei membri di associazioni per la difesa dei diritti umani e delle Madri di Plaza de Mayo. Il sacerdote torturatore ha ascoltato il verdetto, quindi ha accusato i sopravvissuti dei campi di concentramento che hanno testimoniato a suo carico, di essere “demoniaci”.
Ha inoltre paragonato se stesso a Gesù Cristo (un paragone fatto in Italia anche dal mostro di Firenze, Pietro Pacciani) affermando che come Gesù Cristo è stato condannato non per giustizia, ma perché dato in pasto al popolo, che ha preteso fosse crocifisso, ma che come Gesù Cristo resusciterà (amen).
Luís Eduardo Duhalde, sottosegretario per i diritti umani del governo Kirchner, e a sua volta vittima di un attentato da parte dell’Alleanza Anticomunista Argentina (AAA), ha dichiarato che i processi andranno avanti fino alla condanna di tutti i responsabili della repressione illegale. Nessuna reazione invece da parte della gerarchia cattolica argentina.