In questo numero:
aumentano gli stupri commessi da adolescenti in Colombia,
diminuisce la disuguaglianza in Venezuela e Brasile,
due minori tra i sicari di Tamaulipas,
l’opposizione venezuelana ammette di ricevere fondi dagli USA,
Fidel Castro e il modello cubano: cosa ha detto realmente.
STUPRI ADOLESCENZIALI – In Colombia, ma il dato di altri paesi potrebbe non discostarsi, è in forte aumento il numero di minori arrestati per abusi sessuali verso bambini. Secondo la “polizia dell’infanzia e dell’adolescenza” la maggioranza dei colpevoli ha tra i 16 e i 17 anni e le vittime tra i 5 e gli 8 anni. Tra le cause principali i precedenti di abusi subiti, la violenza familiare e sociale, l’alcool, la droga, l’esposizione alla pornografia.
MENO DISUGUAGLIANZA – Secondo un rapporto presentato da 18 agenzie delle Nazioni Unite tra le quali il CEPAL, il Venezuela e il Brasile sono i paesi che nel decennio hanno ridotto maggiormente gli indici di disuguaglianza, addirittura del 18% nel caso venezuelano, con una media continentale di riduzione del 4%. Nel campo della riduzione dell’estrema povertà i migliori sono stati lo stesso Brasile e il Cile. In coda a tutte le classifiche Haiti e Honduras.
TAMAULIPAS: DUE MINORENNI TRA I SICARI – Secondo l’account Twitter del presidente messicano Felipe Calderón tra i sicari che hanno massacrato 72 migranti nel Tamaulipas vi sarebbero due minori di 14 e 17 anni. Il governo messicano sostiene di avere arrestato sette sicari della banda de “los Zetas”, presunti autori della strage tra i quali, per l’appunto, i due minori. Intanto almeno due investigatori del caso sarebbero stati assassinati.
SCIOPERO DELLE MARAS – Le due principali maras salvadoreñe (la 18 e la Salvatrucha) hanno annunciato che bloccheranno i trasporti pubblici del paese per 72 ore in polemica con il governo di Mauricio Funes (centro-sinistra) che in campagna elettorale aveva promesso politiche di reinserzione e invece ha approvato una “legge antimaras”.
L’OPPOSIZIONE VENEZUELANA AMMETTE – Secondo la giurista statunitense Eva Golinger sono almeno 50 i milioni di dollari inviati ogni anno all’opposizione venezuelana con il proposito di rovesciare il governo democraticamente eletto. Tra i principali “donatori” NED, Usaid, IRI, NDI, Freedom House, PADF e la OSI di George Soros ma anche sei milioni dalla Commissione Europea. In particolare Usaid, agenzia dipendente dal Dipartimento di Stato di Washington investe almeno 20 milioni l’anno. Parziali ammissioni da “Súmate” che, a metà del decennio era il principale gruppo d’opposizione e che sarebbe stato fondato proprio per e con i dollari Usaid.
FIDEL E IL MODELLO – A questo link prosegue l’intervista di Jeffrey Goldberg a Fidel Castro e che Giornalismo partecipativo ha segnalato in anteprima su qualunque media italiano, partecipativo o mainstream.
Rispetto all’eco mondiale sembra strana questa seconda puntata dopo la succosa prima. In pratica c’è un’introduzione di Goldberg, poi una sola riga virgolettata e separata dalle altre che ha fatto il giro del mondo:
“The Cuban model doesn’t even work for us anymore,” he said.
Tutto qui, che è molto, ma appare più una frase buttata lì, una battuta, uno slogan, che una riflessione politica. Sagacemente Goldberg la valorizza. Subito dopo nel testo l’intervistatore fa quella che lui stesso chiama una “lunga digressione” facendo commentare a terzi il senso della frase di Fidel.
Qualche giornale frettoloso oggi sembra attribuire a Fidel Castro anche le interpretazioni autentiche fatte da Julia Sweig, una studiosa di un Think Thank statunitense sull’America latina. Ma quel che Fidel dice, almeno nella traduzione virgolettata di Goldberg, sono nove parole in tutto.
Quindi l’intervista prosegue parlando del più e del meno, in particolare del delfinario di Cuba. Abbiamo dunque una seconda puntata di interesse inversamente proporzionale alla prima nella quale, forse, Goldberg, si era giocato le migliori cartucce. Ma aspettiamo nuove rivelazioni.