Il New York Times sta rivelando alcuni dettagli agghiaccianti sulla presenza in Iraq della Blackwater, la banda paramilitare alla quale il governo degli Stati Uniti ha pagato quasi un miliardo di dollari per fare il lavoro sporco.
Il caso che ha scatenato la sospensione della licenza (sospensione al momento revocata) da parte del governo di Nuri al-Maliki è stato quello di due settimane fa, in una delle più trafficate piazze di Baghdad. Secondo molteplici e credibili testimonianze, una giovane coppia con due bambini non era stata abbastanza svelta a lasciar passare la banda di mercenari che conduceva un uomo d’affari statunitense verso l’aeroporto. E’ bastato ciò perché i paramilitari aprissero il fuoco all’impazzata assassinando la coppia, falciando i due fratellini e lasciando sul terreno un numero di civili compreso tra gli 11 e i 28 (20 secondo il Washington Post). Giova ricordare che la Blackwater, come molte altre compagnie di ventura operanti sul territorio iracheno (in totale circa 130.000 uomini) agiscono sotto mandato diretto dell’autorità governativa statunitense e sono totalmente immuni rispetto alla legge e alla giustizia irachena, paese formalmente sovrano.
Secondo il rapporto del Dipartimento di Stato, la banda di mercenari, un esercito privato di proprietà di un signore della guerra della Carolina del Nord, il fondamentalista protestante Erik Prince, negli ultimi due anni è stata coinvolta in almeno 195 conflitti a fuoco. Nell’80% di questi (la fonte, il Dipartimento di Stato statunitense, non è certo pregiudizialmente ostile) sono stati i mercenari statunitensi ad aprire il fuoco per primi e deliberatamente, causando centinaia di vittime civili. L’azione dei contractors è risultata particolarmente efficace: nessuno dei clienti che scortavano è mai stato ucciso.
QUANTO VALE LA VITA DI UN IRACHENO? Secondo il rapporto del Dipartimento di Stato, l’uso della forza da parte della Blackwater è stato “frequente ed estensivo, causando significativi danni a persone e proprietà privata”. Ma in appena due casi la Blackwater ha accettato di pagare un risarcimento ai familiari delle vittime. Quanto vale le vita di un iracheno? Ben poco. In uno dei due casi la famiglia della vittima fu liquidata con appena 5.000 dollari. Per un uomo ucciso in maniera particolarmente efferata il giorno di Natale dello scorso anno, l’ambasciata statunitense aveva suggerito un risarcimento di 250.000 dollari. Alla fine la Blackwater ne pagò 15.000 perché, sostenne l’impresa legata a filo doppio al Partito Repubblicano di George Bush, “pagare un risarcimento così alto potrebbe essere controproducente. Molti iracheni potrebbero provare a farsi ammazzare dai nostri ragazzi per assicurare un futuro economico alle loro famiglie”.
Ci avevano spiegato che nell’Iraq liberato, erano le bande di irregolari saddamiti a comportarsi da scheggia impazzita, e che fossero i terroristi di Al Qaeda a massacrare i civili. Ma sono loro, i mercenari, come la Banda Muti di torturatori e assassini repubblichini negli ultimi giorni di Salò (oggi celebrata dal sicario mediatico Giampaolo Pansa) le vere SS che stanno martirizzando l’Iraq. Ma senza di loro, come confermano tutte le fonti, e il rapporto del Dipartimento di Stato in primo luogo, l’esercito degli Stati Uniti non potrebbe resistere che pochi giorni e dovrebbe ritirarsi. Perciò continueranno ad uccidere.
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