Caro Ministro Fabio Mussi,
ai miei tempi si intimorivano gli scolari discoli minacciando di farli espellere “da tutte le scuole del Regno”. E quando d’uopo li si espelleva. Oggi nei colloqui i genitori alzano regolarmente la voce, e qualche volta mettono anche le mani addosso agli insegnanti. Quello era un autoritarismo criticabile. Oggi il sistema non funziona più, né per il giusto né per il peccatore.
Scrivo a lei e non al suo collega Fioroni perché mi voglio riferire al caso dei trenta aspiranti ad iscriversi a facoltà a numero chiuso di Ancona, Bari e Chieti, colti con le mani nel sacco a tentare di truffare i colleghi e lo Stato. Qualcuno di loro ha rilasciato interviste che sono più di una notizia criminis: “questo è il paese dei furbi e se uno non copia è fesso”.
Ebbene, caro Ministro: quei trenta siano espulsi da tutte le Università del paese. Non ne sono degni. Se poi ve ne sono altri trenta o trentamila di indegni, vedremo. Ma quei trenta non meritano di utilizzare le scarse risorse che il suo Ministero ha a disposizione.
Se poi ci fossero altre posizioni da valutare, come quelle di eventuali commissari infedeli, ci penserà la magistratura. Ma per favore, non essendo l’Università parte della scuola dell’obbligo, la liberi da quelle trenta mele marce.
Con l’espellerli si raggiungeranno più scopi e l’Università non mancherà neanche verso di loro ai propri doveri educativi. Nel 2007 è presumibile che andranno a studiare in Francia, Inghilterra o Germania. Cimentarsi con studi in “paesi di fessi” farà senz’altro loro bene. Poi (chi scrive ha fatto e farà parte di commissioni d’ammissione a corsi a numero chiuso) darà agli onesti uno strumento per non sentirsi davvero i più fessi e ai commissari degli strumenti di legalità. Oggi è pressocché impossibile non solo allontanare chi copia da una prova, ma quasi perfino farlo cambiare di banco.
Caro Ministro, cerchiamo di trarre un minimo vantaggio da questa vicenda. Ci dica che chi copia DEVE essere allontanato dalla prova d’esame e chi truffa finisce in galera. E che chi fa rispettare la legalità non solo non è fesso ma non rischia di finire sul banco degli imputati. O sbaglio io?
Cordialmente
Gennaro Carotenuto
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