Le ultime notizie da Santiago parlano di 760 arresti e di una repressione durissima (nella foto la Plaza Italia). E’ questa la risposta del governo ‘socialista’ di Michelle Bachelet, alla grande manifestazione nazionale convocata dalla Central Unica de Trabajadores (CUT). La manifestazione è stata convocata esplicitamente contro il modello economico neoliberale, imposto con la dittatura di Augusto Pinochet, continuato in democrazia e lasciato intatto da Michelle Bachelet, una ex-esiliata politica e figlia di un ex-generale assassinato da Pinochet.
Il popolo cileno è letteralmente stremato dal modello, applicato alla lettera oramai da 34 anni. In teoria lavorano tutti o quasi (7% di disoccupazione ufficiale) ma metà dei cileni è completamente esclusa da servizi minimamente decenti per la salute e l’educazione, completamente privatizzati. Pochi mesi fa la “razionalizzazione” dei trasporti pubblici (privati) nella capitale, il Transantiago voluto da Michelle Bachelet, aveva semplicemente escluso molti quartieri popolari dai percorsi degli autobus: non erano redditizi, i poveri vadano a piedi.
Le scene viste nel gelo dell’inverno di Santiago sono le stesse viste fin dai tempi di Pinochet, e la risposta in democrazia è intollerabilmente dura: 760 arresti. In tutta la parte dell’America latina ancora legata al modello neoliberale, dal Messico alla Colombia, dal Perù al Cile, negli ultimi mesi ci sono state proteste sempre più intense e la risposta è stata sempre la stessa: repressione.
In Honduras ieri è stato ammazzato Wilfredo Lara, un ragazzo di 23 anni, reo solo di manifestare con il proprio sindacato.
Ma ieri i lavoratori del Cile hanno dato una grande dimostrazione: dopo 34 anni di frustrazioni hanno dimostrato di sapersi organizzare, di poter uscire da quella condizione di prostrazione e di sottomissione alla quale sono sottoposti dall’11 settembre.
Danno da pensare questi 760 arresti, praticamente ignorati dalla stampa italiana ed europea e che non hanno provocato alcuna preoccupazione nella comunità internazionale. Proviamo per un istante ad immaginare se ci fossero stati 760 arresti a Caracas, e non nella Santiago di fatto governata ancora dagli stessi Chicago Boys di Pinochet. Se ci fossero stati 760 arresti a Caracas, qualcuno avrebbe mandato le cannoniere e ci troveremmo di fronte a un dramma vero: parecchi giornalisti di nostra conoscenza si immolerebbero come bonzi contro la dittatura chavista. Invece i 760 arresti sono a Santiago… E stanno tutti allineati e coperti, viva Michelle la signora della politica latinoamericana, la grande novità, Michelle ch’è di sinistra (Sic!)… Meditate gente, meditate…
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