Ancora in Messico osservo i fatti italiani e l’imperizia del PdL nel presentare liste e “listini”. Mi sembra che tutto sommato abbiano ragione loro. Per anni e anni abbiamo permesso loro di forzare, valicare, condonare tombalmente, cambiare, stravolgere le regole in corsa e adesso ci stupisce che non capiscano perché per qualche minuto di ritardo si faccia tutto sto casino e non si trovi un giudice compiacente disposto ad aggiustare le cose e nemmeno un’opposizione supina disposta a dire che “sì, vabbè”.
Pochi giorni fa intervistavo un giurista di Ciudad Juárez, oggi la città più violenta al mondo, che tra l’altro spiegava: “la grande differenza tra Colombia, Messico e Italia, forse i tre principali paesi Occidentali per criminalità organizzata, è che in Colombia e in Italia il sistema giudiziario ha retto, in Messico no”. Probabilmente il panino di Alfredo Milioni è la cruna dell’ago nella quale passano le residue possibilità di tenuta della legalità, delle regole e della stessa democrazia in Italia.
Non si può pertanto non cogliere con vero orrore le parole del Presidente del Senato, Renato Schifani, per il quale la forma non può essere anteposta alla sostanza, e quelle del Ministro della difesa, Ignazio La Russa, “non accetteremo mai una sentenza che impedisca a centinaia di migliaia di nostri elettori di votarci alle regionali. Se ci impediscono di correre siamo pronti a tutto”. In quel “siamo pronti a tutto” detto dal Ministro della difesa, non da un naziskin in un pub, vi è una minaccia aperta alla legalità e alla Costituzione repubblicana e una sfida aperta al Capo delle Forze Armate che abita al Quirinale. “Quante divisioni ha Napolitano”? sembra dire il Ras La Russa. Milioni! Non il passacarte arruffone e traffichino Alfredo, ma milioni di italiani dabbene.