Erano le quattro e un quarto. Ero in giro e il primo negozietto intorno casa apriva alle cinque (de la tarde, ma senza sangre, né arena). Trovandomi già in strada l’alternativa al tornare a casa e poi riuscire era il super. Andiamo, mi dico, giurando a me stesso: “non mi serve niente, neanche per il fine settimana, solo l’olio”. Ultime parole famose: ne esco con un carrello pieno ed uno scontrino da 89€ e spiccioli.
Oramai -ma sfido chiunque a scagliare la prima pietra- la mia stella polare si chiama “offerta speciale”. Mi aggiro tra gli scaffali (in America Latina, per motivi insondabili, gli scaffali del supermercato si chiamano “gondole”) attratto irresistibilmente dalla forza di gravità di quella scritta magica. Qualunque cosa sia in offerta acquisisce un sex appeal insostenibile. Qualunque cosa in offerta, dal vino gallo della california al tonno consorcio, deve trovare posto nel mio carrello. Quanti anni sono che non compro uno shampoo a prezzo pieno? Devo aver risparmiato miliardi…
Apro il frigorifero strapieno. Incombono ben 32 vasetti 32 di yogurt di tutti i gusti, anche quelli che non mi piacciono, di una nota marca che non posso nominare perché sennò sarebbe pubblicità. E per la serie “mai più senza” non ho una ma ben tre bottiglie d’olio! Per questo ferragosto sopravvivo, ma non ho nulla per cena.