Poche volte come accadrà questa domenica una coincidenza elettorale ha messo a confronto in maniera così evidente due maniere inconciliabili di intendere la democrazia e le sorti di un continente.
Da una parte, in Uruguay, si vota in pace, libertà e perfino in allegria e sarà presidente l’ex guerrigliero Pepe Mujica che afferma che la sua presidenza avrà l’uguaglianza come asse centrale.
Dall’altra, in Honduras, cinque mesi dopo il golpe del 28 giugno, si tengono elezioni farsa che saranno riconosciute solo dagli Stati Uniti e pochi paesi satellite. È la testimonianza che al Dipartimento di Stato pensano che solo con un nuovo ciclo di dittature, mascherate da “democrazia protetta” alla franchista, in America latina si può fermare l’onda integrazionista.
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