Nel silenzio del complesso mediatico-industriale oggi le Nazioni Unite condanneranno pressoché all’unanimità per la diciottesima volta l’embargo statunitense contro Cuba, un crimine ed un’ossessione al quale finora Barack Obama non ha voluto o potuto mettere fine.
Per il diciottesimo anno consecutivo oggi il mondo condannerà l’ostracismo contro Cuba da parte del governo degli Stati Uniti. Nel 2008 ben 185 paesi votarono a favore di Cuba e contro gli Stati Uniti. Appena tre votarono in difesa dell’embargo: gli Stati Uniti, Israele e le isole Palau (19.000 abitanti, fino al 1994 protettorato statunitense) mentre due, le isole Marshall (56.000 abitanti) e la federazione di Micronesia (135.000 abitanti) preferirono astenersi.
A vent’anni dalla caduta del muro di Berlino e dalla fine della guerra fredda, su una faglia cruciale della quale Cuba si trovava, l’isola si è reinserita nel consesso politico ed economico internazionale ma senza ottenere la possibilità di dialogare con il grande paese a 70 miglia dalle proprie coste settentrionali. Questo, nonostante alcuni segnali conciliatori lanciati dal premio Nobel Barack Obama, non ha ancora fatto alcun passo tra quelli che la comunità internazionale si attende nei confronti del diritto di Cuba a vivere in pace e commerciare con i propri vicini.
Leggi tutto in esclusiva su Latinoamerica.