Secondo i primi risultati il referendum sull’Assemblea costituente, tenutosi ieri, domenica 15 aprile, è stato un trionfo per il presidente Rafael Correa. I sì, sarebbero infatti il 78%, i no l’11.5% mentre le schede bianche o nulle sarebbero intorno al 10%. La partecipazione elettorale è stata superiore al 75%.
Dunque, come chiesto dal Presidente Correa, l’Assemblea avrà pieni poteri e dovrà entrare in carica entro cinque mesi e avrà poi 180 giorni di tempo per redigere la nuova costituzione e sottoporre la stessa al paese in un nuovo referendum.
In ballo da mesi c’era il non cadere nella cosiddetta "trappola boliviana", per la quale ogni singolo articolo della nuova Costituzione deve essere approvato dai due terzi dell’Assemblea. In Ecuador, dopo un lungo braccio di ferro, sarà sufficiente solo il 51%. Per il presidente Rafael Correa, il risultato del referendum "è storico nel percorso che porta a una democrazia veramente rappresentativa e molto più partecipativa".
Per Rafael Correa, entrato in carica lo scorso 15 gennaio, l’assemblea costituente è un passaggio fondamentale nello sforzo di rifondare il paese, limitare il potere dei partiti e aumentare i tratti partecipativi della democrazia ecuadoriana. Correa, ha l’appoggio di almeno il 70% della popolazione ma, pur avendo stravinto le presidenziali, non ha rappresentanza propria in Parlamento. Per arrivare all’Assemblea costituente ha dovuto vincere un lungo conflitto con il Parlamento, deciso solo dal Tribunale Supremo.
Parole chiave: America Latina, primavera latinoamericana, Ecuador, Equador, Rafael Correa, Assemblea Costituente
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