Paolo Roversi: Mi/Ti domando cosa nascondano tutti questi rapimenti talebani di giornalisti/volontari di ONG etc… in Afghanistan?
Non penso ad un eccesso di complottismo se sorgono dubbi legati all’escalation in atto; come in Iraq, dove la resistenza ha una credibilità ben diversa dai taliban, assistiamo quotidianamente a "manovre" destabilizzanti dei servizi segreti, sento "puzza di bruciato anche nel martoriato Afghanistan.
Ho quasi l’impressione che quel territorio debba diventare off-limits alle organizzazioni più impegnate e solidali e ai giornalisti più o meno indipendenti per poter aumentare la violenza e le violenze del conflitto e rafforzare ulteriormente il traffico di droga.
Emergency sta pagando il prezzo più alto a causa del comportamento apparentemente blando del governo italiano; non mi stupirei di un accordo tra i servizi segreti USA/GB/ITA per delegittimarli, eliminando così scomodi testimoni in un ottica di rafforzamento della nostra azione militare offensiva , d’altronde abbiamo raggiunto un livello di asservimento agli Usa che neanche Berlusconi., penso al recente accordo quadro, firmato da non si sa chi a nome del governo italiano, sul nuovo scudo missilistico statunitense al di fuori della NATO, per non dire degli Strike Fighter o di Vicenza. Sarò mal fidente (a pensar male.) ma troppe cose non tornano.
Gennaro Carotenuto: Più invecchio più tendo a essere scettico sul vedere complotti dappertutto, soprattutto di fronte alla loro indimostrabilità. Tuttavia mi interessa una cosa. In Afghanistan, come già successe in Iraq al tempo dei sequestri Aubenas/Sgrena, si è creato un contesto per il quale sempre meno occhi indipendenti siano in condizione di guardare e raccontare.