Aggiornamento: il sito è stato off per varie ore. Troppe visite dice Dario. In calce a questo post ho inserito alcuni dettagli aggiuntivi e considerazioni sulla mia esclusione dall’evento romano con Yoani Sánchez e Gianni Riotta.
Giusto come chiosa (per chi vuole i precedenti qui e poi qui) e poi “che palle Yoani”. Dopo tre giorni di traccheggiamenti e una interlocuzione per email iniziata circa 75 ore fa -e che posso documentare- la Mediolanum Corporate University mi ha comunicato che io non posso entrare all’evento con Yoani Sánchez e Gianni Riotta a Roma. Stamane finalmente mi avevano chiesto di spiegare perché mai volessi entrare, e volevano inoltre che precisassi con quale università “collaborassi”. Con santa pazienza avevo documentato che sono strutturato da molti anni per un’università pubblica (orrore?) e che faccio da una vita ricerca sul giornalismo digitale e sull’America latina. Evidentemente non ho i titoli per essere ammesso in presenza della giornalista digitale latinoamericana Yoani Sánchez.
Rifuggo ovviamente il sospetto che l’organizzazione possa avermi considerato persona non grata e quello che potessero temere una contestazione da parte mia (visto anche il mio fermo dissenso alla contestazione di Perugia). Tant’è. Ma poi, chi l’aveva mai sentita la Mediolanum Corporate University?
Aggiornamento delle 13.45 del 12/7/13: Varie foto (per esempio qui) attestano che l’auditorium dove ha parlato Yoani fosse tutt’altro che pieno. Altre testimonianze parlano di una fitta attività di Mediolanum per riempire la sala offrendo fino a poche ore prima pass a destra e a manca per un’iniziativa confermata solo all’ultimo momento. Di conseguenza l’email di Mediolanum (inviato curiosamente in cc: a ben quattro funzionari della stessa) che mi comunicava che fosse tutto esaurito, e non che fosse un evento privato, era una menzogna da parte di un’istituzione che si spaccia come università d’eccellenza (sic), tesa a impedire di partecipare a un docente universitario trattato come persona non grata.
Ne prendo atto, è una cosa grave che rende palese a chi ha occhi per guardare che quello di ieri (e probabilmente tutte le tournée di YS) altro non sono che eventi di propaganda antilatinoamericana. Conferma inoltre un modello di infotainment solo confermativo e che nega strutturalmente il confronto con la critica. Tra le domande che non potrò mai fare a Yoani mi piacerebbe sapere quindi se ritiene che tale modello sia così diverso da quello che critica radicalmente a Cuba e se quel pubblico selezionato per applaudire lei e Riotta (altrettanto incapace di contraddittorio) sia così diverso da quello selezionato per garantire il consenso in un evento di propaganda di qualunque regime al mondo.
Noto in conclusione che ieri sera in Twitter si è creato un certo dibattito sulla mia esclusione. A parte alcune persone, tra le quali svettava Arianna Ciccone, che non avevano paura di denunciare un episodio nel quale veniva conculcata la mia libertà in maniera inequivocabile, prevaleva di gran lunga un giustificazionismo becero e ignaro dell’ABC democratico (“sono liberi di invitare chi vogliono”, “ma se la critichi cosa pretendi”, “non è una questione politica”) oppure il buttarla a ridere o stare con due piedi in una scarpa per paura di mettersi in cattiva luce e la prossima volta perdersi il pass per l’evento. È questo il regime.