Alla fine vinceranno loro potete scommetterci, e Fidel Castro morirà. Ma purtroppo per loro, i velinari professionisti della disinformazione (che lo sapevano perfettamente), non è successo neanche questa volta. Eppure fino a ieri i giornali mainstream di mezzo mondo avevano descritto, con totale sicurezza, un Fidel ormai in stato vegetativo o addirittura già morto, raccontando il si salvi chi può del regime che non sapeva come annunciarlo. Ebbene, per l’ennesima volta, all’anziano rivoluzionario cubano è toccato tornare alla vita pubblica dall’oltretomba e mostrarsi in foto con un giornale recente, come fosse un sequestrato al quale si impone una prova di esistenza in vita, un habeas corpus, per pagare un riscatto.
Quello che a me sembra interessante non è tanto se e quando un anziano leader politico (classe 1926), non particolarmente inaccessibile se perfino chi scrive ha potuto cenare con lui qualche anno fa, né sul quale viga particolare riservatezza, possa passare a miglior vita.
Quello che mi sembra rilevante, tristemente rilevante, è la faccia tosta con la quale i media professionali siano disposti a dar credito a ogni voce che possa provenire da un oppositore della Rivoluzione cubana pur che sia (bombaroli compresi) e magari pagare profumatamente per tali rivelazioni e scomodare il mondo per diffondere notizie false (inventate di sana pianta) e tendenziose.
Nella mia oramai non breve esperienza ho visto 100 volte gli omerociai della disinformazione anti-latinoamericana descrivere con dovizia di particolari e dettagliare i cancri terminali, le metastasi diffuse, le demenze, i tremori, gli ani ormai incontinenti, divertendosi squallidamente a calcare la mano sulle conseguenze più umilianti delle patologie da loro stessi o chi per loro inventate. Nella mia oramai non breve esperienza ho visto 100 volte annunciare la morte di Fidel Castro (o Hugo Chávez…) e mai una volta scusarsi per aver pubblicato notizie rivelatesi completamente false.
Il fatto nauseabondo di tutto ciò è che tra 15 giorni o 3 mesi ci riproveranno, con le stesse modalità, pubblicando con clamore una notizia non verificata e completamente infondata, rivendicando la loro credibilità in quanto professionisti dell’informazione. Il fatto nauseabondo è che hanno gli strumenti e il potere per continuare all’infinito questo gioco e non pagare mai alcun prezzo. Anzi, la diffusione di notizie false e tendenziose, nel mondo dell’informazione mainstream, è funzionale al far carriera.
Si riempiono la bocca sul fatto che il discrimine tra giornalismo professionale e giornalismo partecipativo sia la verifica delle notizie, ma la realtà dimostra come i professionisti della disinformazione non verifichino affatto e semplicemente propongano pasti precotti altrove utili al solo fine di confermare la visione di mondo degli interessi che rappresentano. Il contrappasso migliore sarà che quando Fidel morrà davvero, portandosi nella tomba tutte le sue fisiologiche patologie senili, loro bucheranno la notizia.
Più foto e l’articolo di Fidel col quale definisce esagerata la notizia della sua morte a questo link.