Sì, questa vignetta di Vauro su Fiamma Frankestein l’avevamo già pubblicata. Ma è necessario ripubblicarla e magari farla circolare in più siti possibile, perché le accuse di antisemitismo contro Vauro di Fiamma Nirenstein sono un caso da manuale di manipolazione grossolana del pensiero altrui per difendere un comportamento politico impresentabile cercando di passare da vittima.
Cosa rappresenta questa vignetta per ogni persona intellettualmente onesta?
Rappresenta graficamente la contraddizione del fatto che Fiamma Nirenstein, giornalista che ha fatto carriera specializzandosi sul conflitto mediorientale con posizioni vicine se non organiche a quelle della destra israeliana, si candidi in un partito, il PDL, che ospita nelle sue liste almeno due fascisti dichiarati, Giuseppe Ciarrapico e Alessandra Mussolini.
Ha diritto o no, Vauro, di far notare questa contraddizione?
Ebbene, Fiamma Nirenstein rivolta la frittata manipolando la realtà del suo stare in lista con dei fascisti che non rinnegano nulla del fascismo, neanche le leggi razziali del 1938, in maniera provocatoriamente vittimista. Non è lei a candidarsi nella stessa lista con dei fascisti dichiarati, ma è Vauro a descrivere gli ebrei come nazisti: “Visto che non sono candidata in una lista di sinistra, divento automaticamente un mostro fascista”. E Vauro automaticamente diventa antisemita.
Tutto questo non ha nulla a che vedere con l’antisemitismo rossobruno. E non ha neanche nulla a che vedere con quell’ultrasinistra che sbava per quel cattolico integralista e antisemita dichiarato di Maurizio Blondet o considera Hamas o Hezbollah delle forze “progressiste” (sic!). Tutto questo non ha nulla a che vedere con l’usare a sproposito la definizione di nazista per il terrorismo di stato israeliano. Quella di Fiamma Nirenstein è solo una squallida provocazione giocata in malafede e a sangue freddo in campagna elettorale per tergiversare su quello che non può essere nascosto: che lei si candida con i fascisti.
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