Giulio Tremonti a Ferragosto mette le mani sul 25 aprile (e sul primo maggio). Sono vent’anni che ci provano a far fuori la Festa della Liberazione, la Festa della Resistenza, la Festa dell’Antifascismo e della democrazia.
Festa di parte dissero, ma era la parte giusta, quella che con il sangue dei partigiani ha costruito la nostra democrazia. Poi ci chiesero di riconciliarci con i ragazzi di Salò, quei bravi ragazzi che combattevano per alti ideali come il fascismo, il razzismo, l’antisemitismo. Quindi ad Onna, dopo la tragedia abruzzese, Silvio Berlusconi, al massimo del suo delirio manipolatore, aveva provato perfino ad appropriarsene della nostra festa, lui piduista e (nella migliore delle ipotesi) ademocratico e men che meno antifascista.
Adesso, visto che il 25 aprile é irredimibile alle logiche post-democratiche, con la scusa della crisi, provano a spostarlo come un ferro vecchio, un vecchio soprammobile scomodo da mettere in un angolo remoto della casa per fare contento e fesso il vecchio zio che ce l’ha regalato.
Faccia quel che vuole Giulio Tremonti. Il suo potere ha i giorni contati e anche il dominio dell’economia sulla politica. Un po’ di fumo sui costi della politica non impedisce di vedere che bastonano sempre gli stessi. Che il sindacato non sottovaluti l’importanza del simbolo 25 aprile e batta un colpo e preannunci fin d’ora uno sciopero generale a settembre contro la manovra ma anche un grande sciopero generale per il 25 aprile 2012, un mercoledí, e per martedí primo maggio.
Ora e sempre Resistenza. 25 aprile sempre, anche nel 2012.