Da anni, ogni volta, ci diciamo che basta, che questo è troppo, che il paese, la politica, le classi dirigenti, avranno un sussulto di dignità e che qualcuno, prima o poi, “staccherà la spina”. Ma ogni volta che qualcosa di inverecondo (c’è bisogno di fare l’elenco?) viene commesso dal re di bunga bunga e sembra venuto il momento del tramonto, il sole berlusconiano invece non tramonta mai perché non c’è – e non può esserci – un Bruto in grado di mettere fine al regime.
L’ultimo codicillo ad personam (meglio ad aziendam), fa strame dello stato di diritto (e peggio, dell’intelligenza di ognuno) per evitare che Fininvest restituisca 750 milioni altrui dei quali si è appropriata indebitamente, tanto da far pensare che tutta la manovra economica sia finalizzata ad infilarcelo. Una cosa inaudita nella sua infantilità criminale, se in Italia di infantilismi criminali non ne avessimo uditi, subiti e digeriti a decine in questi anni.
Eppure, se pensiamo che l’ultima infamia possa causare in questa classe dirigente un sussulto di dignità siamo degli illusi. Nessuno, Giulio Tremonti, Umberto Bossi, Angiolino Alfano nella prima cerchia e le Emma Marcegaglia, i Raffaele Bonanni, i Massimo D’Alema, tra gli ascari che sostengono il regime, “staccherà la spina”. Del resto neanche per Mussolini, pur autore di mille infamie, la classe dirigente mosse un dito e furono necessari tre anni di guerra e il nemico in casa per arrivare al 25 luglio.
Anche oggi nessun Bruto, nessun colpo di palazzo espellerà il cancro del caimano dal corpo sano della Nazione perché la Nazione tutta è infetta. Non un ministro, non un deputato, non un sindaco di paese del partito di maggioranza relativa in queste ore si è non dico dimesso ma ha almeno alzato a far sentire la propria voce di dissenso. D’altra parte dalla cosiddetta opposizione arrivano come sempre solo parole di maniera e dopo i tarallucci e vino di un voto di fiducia si costerneranno e poi andranno in vacanza.
Connivenza, complicità, convenienza, vigliaccheria, totale assenza del senso dello Stato, la classe dirigente italiana (TUTTA, politica, imprenditoriale, sindacale, intellettuale) ha da tempo fallito ed è oggi un nemico del paese che lo occupa e lo prosciuga distruggendone, basta pensare a cosa fanno della scuola pubblica, le capacità di risollevarsi. Li conosciamo, li riconosciamo, sono quelli che difendono il privilegio di stipendi e pensioni faraoniche chiamandolo diritto acquisito. La Grecia è vicina. Solo dal basso, solo l’indignazione generale, solo Spartaco potrà salvare l’Italia. Meglio prima che poi. Da nessuna classe dirigente è lecito aspettarsi nulla.