Il governo cubano negli ultimi 50 anni ha costruito una parte importante sia della propria realtà che della propria immagine con l’educazione, la scuola, i programmi di promozione sociale attraverso lo studio che fanno della popolazione dell’isola una delle meglio preparate del Continente e forse del mondo. Adesso, secondo quanto denuncia un giornalista statunitense, proprio agli studenti tra i 12 e i 18 anni, si rivolgeranno i piani di infiltrazione di USAID, agenzia di destabilizzazione finanziata dal governo di Washington.
E’ quanto documenta il giornalista statunitense Tracey Eaton che da tempo si dedica a studiare come vengano "sprecati" i soldi dei contribuenti statunitensi. Secondo Eaton ben sei milioni di dollari sarebbero destinati da USAID ad "aumentare la libertà di espressione" tra i giovani tra i 12 e i 18 anni e permettere loro di accedere ai media che trasmettono dalla Florida. Ciò avviene soprattutto regalando computer portatili, uno strumento sicuramente desiderato dagli adolescenti di ogni latitudine.
Lo scopo dichiarato del progetto prevede che i ragazzini agganciati in questa maniera possano convertirsi (a medio o lungo termine, si suppone) in effettivi leader delle comunità di appartenenza. Tali ragazzi, secondo quanto denuncia Eaton, vanno rintracciati in alcune categorie a rischio tra le quali individuano famiglie monoparentali e separate.
L’attenzione alla formazione di leader sembra essere uno dei principali problemi della Cuba contemporanea da qualunque parte si guardino le cose. Se i file di Wikileaks hanno rivelato il vero disprezzo nutrito da Washington per i propri stessi collaborazionisti, come contraltare, il recente Congresso del PCC ha clamorosamente individuato nella mancanza di classe dirigente alternativa uno dei problemi più gravi della Rivoluzione cubana.